Bahia – Terra della Felicità
“Sorria, vc està na Bahia”, Ana Maria mi sorride e dolcemente mi pronuncia queste parole…sorridi, sei a Bahia. E la filosofia dei Bahiani sta tutta in questo refrain locale.
Salvador de Bahia è splendida, non a caso mi ricorda le città a cui mi sento più legato, Genova e L’Avana. E splendidi sono i Bahiani, difficile riuscire a litigare con qualcuno…sono in macchina, da una corsia laterale si immette in maniera un po’ troppo decisa un’altra macchina, accelero, lo affianco con sguardo risentito, quello si volta, mi guarda sereno e alza il pollice…lo guardo, recepisco un po’ della sua serenità e ricambio il pollice alzato. Così son fatti i Bahiani.
Sono le sette di sera del 31 Dicembre, la giornata trascorsa al mare ed il caldo soffocante ci hanno fatto dimenticare che è l’ultimo dell’anno e che sarà bene prenotare un locale dove passare la notte di S. Silvestro. Una volta trovato il ristorante, mi concedo una passeggiata sulla spiaggia del Farol da Barra. La spiaggia, come ogni sera, diventa un teatro all’aperto. Danzatori (ma sarà questo il termine esatto ?) di Capoeira si allenano sulla battigia mentre due piroghe stendono le reti che vengono tirate velocemente a riva da due file di pescatori…per la verità il bottino è magrissimo ma siamo a Bahia…ed ogni occasione è buona per prendere tutto in allegria. Più in la va in scena il rito del calcetto sulla spiaggia, termine un po’ riduttivo qui per la verità. Le squadre sono formate da una decina di giocatori (ragazze comprese) tutte in divisa e le porte son vere…come il gioco espresso. Basta passare una decina di minuti ad assistere ad una di queste partitelle sulla sabbia per capire come mai i brasiliani siano da sempre il popolo calcisticamente più forte del mondo.
Resto un po’ li a guardare poi proseguo oltre, mi faccio prendere dal richiamo malinconico caratteristico di chi come me è nato e cresciuto in una città di mare. Mi avvio verso il Cristo da Barra, da li il tramonto è devastante. Il cielo improvvisamente prende fuoco e ti avvolge in un’esplosione di colori che ti lascia senza fiato. Mi lascio assorbire volentieri, la vista sulla spiaggia è qualcosa di difficilmente descrivibile. Penso che tra pochi giorni andrò via e la tentazione di fermarmi li per sempre è forte. Mi godo ancora un po’ quel momento di splendida solitudine e poi mi riprendo, mi tiro su rigenerato e vado a prepararmi per la notte di festa.
Comincia il conto alla rovescia per arrivare alla mezzanotte. Sul breve tratto che dal Cristo porta al Farol da Barra sono migliaia le persone che da ore stanno ballando e gioendo: ormai mancano pochi secondi, quasi tutti hanno una bottiglia di spumante locale in mano. -3-2-1 ed esplodono a migliaia i tappi, il cielo viene illuminato improvvisamente a giorno da fuochi d’artificio, una ragazza mi bacia calorosamente…siamo a Bahia.
Fa un certo effetto ballare e gioire in un caldo strepitoso e rendersi conto che si sta festeggiando il Capodanno. Il grande palco allestito davanti al Farol continua a proporre artisti, anche di una certa fama come Maria Bethânia, che alternando Samba e Bossanova allietano la nottata a tutti. Le ore passano tra danze sfrenate e scambi di auguri. Proviamo a guadagnare, tra una folla immensa, la via di casa…ma il richiamo verso la spiaggia è forte. Scendiamo, la spiaggia è illuminata a giorno ed è difficile dire quante migliaia di persone vi siano.
Prima di tornare a casa assisto all’ultimo rito, legato al Candomblè, la religione degli schiavi importati dall’Africa. Centinaia di donne con un fiore in mano entrano in acqua, si fermano qualche minuto a pregare e poi depositano il fiore in mare assieme a un cero acceso…l’atmosfera assume una veste magica e mistica ed io posso tornare a casa estasiato e arricchito.
Sorria, voce ‘ta na Bahia…sorrido e mi accingo a ripartire…ciao Bahia, spero di rivederti presto.